Cibo della miseria

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Latirismo e altre malattie legate all’alimentazione contadina in Abruzzo

La storia dell’agricoltura, nello specifico della domesticazione e diffusione delle piante coltivate, qualche volta è segnata anche da esperienze negative, a volte addirittura drammatiche, che fanno comunque parte di questo processo dinamico fatto di conoscenze, tentativi e sperimentazioni più o meno riuscite. Le stesse piante, su cui oggi si basa gran parte dell’alimentazione della popolazione mondiale, in determinati con

 

testi, possono rivelarsi veri e propri cavalli di Troia, foriere persino di tremende sciagure.

 

Il volume esamina gli effetti negativi dell’uso alimentare di alcune piante coltivate sulla salute umana, specialmente tra le classi sociali più deboli. Si tratta di colture comuni e diffuse che, però, possono risultare nocive per la presenza di alcuni parassiti fungini nonché di particolari infestanti, oppure per la carenza di determinati nutrienti indispensabili per il nostro organismo. Inoltre, nel caso di diverse colture minori o di uso zootecnico, in passato ben più diffuse e radicate, per il contenuto di pericolosi composti chimici tossici.
In particolare, si ricostruiscono le vicende storiche e scientifiche legate ad una misteriosa epidemia di latirismo in un centro montano dell’Abruzzo, nella prima metà dell’Ottocento, a seguito dell’introduzione della coltivazione di una specie di cicerchia (Lathyrus clymenum). Vengono messe in luce l’opera e la figura di uno sconosciuto medico di provincia che riuscì a individuare le cause della grave malattia ed impedirne la diffusione nell’intero Regno di Napoli.

Note tecniche

AutoreAurelio Manzi
EditoreMeta Edizioni - Treglio (Ch)
Pagine104
Prezzo€ 15,00
PubblicazioneSettembre 2016
Formato16,5x23,5cm. Rilegato in brossura.
GenereAmbiente/Territorio
Codice ISBN978-88-95444-23-9

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