I progenitori delle piante coltivate in Italia
I parenti selvatici dei vegetali in coltura per uso alimentare, il processo di domesticazione e la salvaguardia
L’Italia è una terra che vanta una biodiversità vegetale eccezionale, che non trova riscontro in Europa. La sua flora annovera anche innumerevoli specie considerate i progenitori selvatici di piante coltivate per i più svariati usi. Il volume indaga sui parenti selvatici delle piante in coltura ad uso alimentare che vegetano nel nostro Paese. Ne illustra il processo di domesticazione e le prime fasi di coltivazioni. Per diverse specie, le prime esperienze di coltivazione sono state intraprese proprio in Italia, sia nella preistoria che nei tempi successivi, in particolare nel periodo romano e nel Rinascimento. L’Italia può vantare il primato della domesticazione di svariate colture anche impensabili come nel caso del papavero da oppio, di numerosi ortaggi, legumi e diverse specie di alberi fruttiferi. Inoltre, le forme selvatiche hanno concorso con i loro geni alla nascita e selezione di numerose varietà coltivate tra cui alcuni vitigni autoctoni, cultivar di olivo, alberi fruttiferi e piante orticole, concorrendo in maniera determinante alla formazione del cospicuo patrimonio agronomico della Nazione, fondamento solido e irrinunciabile della nostra civiltà agricola.
Nel testo vengono esaminate la distribuzione dei progenitori delle piante coltivate, le caratteristiche ecologiche e le problematiche connesse alla loro salvaguardia. Questi vegetali rappresentano, tuttora, uno straordinario patrimonio genetico e culturale con grandi potenzialità agronomiche e, più in generale, economiche che possono trovare riscontro anche per affrontare i grandi cambiamenti ambientali e sociali in atto nel pianeta. Costituiscono una componente strategica del patrimonio biologico della Nazione che ha concorso, in maniera determinante, allo sviluppo delle diverse civiltà che si sono succedute e alle complesse ed affascinanti vicende storiche del nostro Paese.
L’autore
Aurelio Manzi. Naturalista e botanico. La sua attività di ricerca è rivolta essenzialmente allo studio della vegetazione, ecologia, etnobotanica e conservazione della natura in ambito appenninico. L’attività di studio sul campo è documentata da circa 250 pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed estere, oltre ad opere di carattere divulgativo.
È autore o coautore di diversi volumi tra cui Libro Rosso delle Piante d’Italia; Origine e storia delle piante coltivate in Abruzzo; Piante sacre e magiche in Abruzzo; Flora popolare d’Abruzzo; Piante alimentari in Abruzzo; Pastori, lanaioli e contadini; Storia dell’Ambiente nell’Appennino Centrale; Giardini d’aranci sull’Adriatico: l’agrumicoltura nelle Marche, Cibo della miseria. Una parte della sua produzione scientifica e divulgativa interessa il settore della storia e trasformazione del paesaggio e dell’agricoltura nell’Italia centrale, tematica particolarmente cara.
Note tecniche
Autore | Aurelio Manzi |
Editore | Meta Edizioni - Treglio (Ch) |
Pagine | 280 |
Prezzo | € 30,00 |
Pubblicazione | Settembre 2020 |
Formato | 16,5x23,5cm. Rilegato in brossura. |
Genere | Storia locale, antropologia, natura, agricoltura, biodiversità, |
Collana | Ambiente/Territorio |
Codice ISBN | 978-88-95444-33-8 |
Download scheda editoriale
[wpdm_file id=17]